“Che cos’è il tempo? – si chiedeva Sant’Agostino nelle sue Confessioni – se nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più.”
“Il tempo è come un fiocco di neve -scrive Romano Battaglia- scompare mentre cerchiamo di decidere che cosa farne”, mentre Marcel Proust nella sua “Recherche“ propone la sua versione: “Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico; le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispiriamo lo restringono, e l’abitudine lo riempie.”
Avere il potere sul tempo significa essere padroni degli uomini e dei loro corpi. La lagna più ricorrente nella nostra attuale società è: “non ho tempo” perché abbiamo smesso di autodeterminare il nostro tempo, non siamo più padroni del nostro tempo. Il nostro paradigma economico-sociale, ci prevede soltanto come funzionari di un apparato produttivo al quale abbiamo rassegnato non soltanto la nostra professionalità ma soprattutto il nostro tempo.
Cosicché ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con se stessi – ammonisce Tiziano Terzani – le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle.”
Nell’antica Grecia il tempo veniva declinato in due modi: krònos, il tempo misurabile e quantificabile e Kàiros il tempo dedicato alle relazioni.
Le Banche del Tempo, associazioni di promozioni sociale ormai presenti in tutto il territorio italiano, utilizzano il tempo – kàiros, e le loro transazioni si fondano sulle scambio dei saperi e offrono il loro tempo come un dono.
In queste Banche non ci sono titoli tossici, non cercano di fregare i loro soci e non utilizzano il loro tempo per fini commerciali , ma sono costruttori di relazioni solidali, fondati sulla reciprocità delle azioni. Tu fai una cosa per me ed io faccio una cosa per te all’insegna della solidarietà e dell’amicizia.
Le Banche del Tempo sono comunità di persone che scambiano fra loro competenze utilizzando il tempo come moneta, secondo il principio che un’ora di un tipo di servizio è equivalente all’ora di qualsiasi altra tipologia di servizio scambiato: un’ora di stiratura vale quanto un’ora di lezioni di lingua inglese, e queste regole sviluppano l’abitudine alle pratiche di reciprocità solidale e di mutuo aiuto.
Nell’attuale scenario economico, in presenza di un’irrimediabile crisi delle economie occidentali, queste forme di economia solidale acquistano nuovo valore, soprattutto nell’ottica di un cambiamento radicale di mentalità e di prospettive, che potrebbero rendere interessanti i grandi mutamenti che ci aspettano.
Possiamo ancora continuare a parlare di crescita infinita in un pianeta finito? Possiamo vivere in una società competitiva,individualista, cinica dove il denaro è l’unico generatore di valori? Come sopravvivere in un pianeta dove prevalgono le ingiustizie sociali, dove ancora due terzi della popolazione mondiale ha carenza di cibo e gli squilibri fra le aree povere e quelle ricche diventano sempre più radicali?.
Tutte queste domande se le pone chi guarda alle Banche del Tempo come luogo per avviare il cambiamento verso una società più giusta dove l’uomo torni ad essere il soggetto della storia e realizzi attraverso le buone pratiche quotidiane il cambiamento per una società più umana. Sono un luogo di scambio di generosità e di aiuto per le persone in difficoltà sociali ed economiche, un antidoto contro la solitudine, gli individualismi e le resistenze all’inclusione sociale.
In tempi di instabilità lavorativa ed economica, quali quelli attuali, il ruolo delle banche del tempo e il loro coinvolgimento nella programmazione territoriale possono aprire inediti spazi di promozione delle risorse individuali portate a valore in una dimensione di scambio reciproco.
Il punto distintivo delle Banche del Tempo è lo scambio di azioni e di saperi, che riguarda tutto ciò che le persone sanno fare e che può spaziare in ogni campo, non un ambito specifico dunque, perché tutto ciò che i soci sanno fare viene messo a disposizione di chi può averne bisogno, tutti sanno fare qualche cosa e chiunque può sentirsi utile, nessuno escluso, quindi è anche un valore sociale quello che possono trasmettere queste banche, perché sentirsi utili dà carica, dà forza e dà energia.
In Italia sino ad oggi il 13% della popolazione fa ricorso all’economia solidale e condivisa. E’ un trend che sta crescendo giorno, per giorno. Dietro tutto questo non c’è nessun pensiero filosofico o ideologico ma soltanto la voglia e il bisogno delle tre “s”: socialità, solidarietà, sostenibilità.
La socialità: il bisogno delle persone nel riconoscersi attorno a valori comuni e condivisi. Una volta c’era la famiglia, la parrocchia, l’oratorio, il partito, il sindacato, il movimento. Erano luoghi dove imparavi le prime regole dello stare insieme e del vivere civile. Il vuoto lasciato da queste istituzioni sta producendo una società nichilista, individualista ed egoista. Allora ecco che spontaneamente dal basso nascono i comportamenti collaborativi e si sviluppano nuove dinamiche di fiducia, di relazioni e di scambi. Valori questi veicolati ormai da qualche anno da molte associazioni del Terzo settore e dalle Banche del Tempo.
Solidarietà significa passare dall’Io al Noi, vedere il mondo con gli occhi dell’empatia, della comprensione e della consapevolezza che ”l’altro” è anche una parte di te”. Sono oltre cinque milioni le persone che in Italia lavorano nel volontariato e che rappresentano il volto umano di questa società del cambiamento.
Sostenibilità, intesa come diffusione di pratiche virtuose che hanno come obiettivo la cura e la conservazione del pianeta per le future generazioni. Naomi Klein nel suo ultimo libro “ Una rivoluzione ci salverà. Perché il capitalismo non è sostenibile, ” a proposito della preoccupante crescita dell’inquinamento riporta uno storico e recente rapporto che rileva: “ Di fronte ad un’emergenza senza precedenti, la società non ha altra scelta se non prendere una drastica iniziativa per evitare il collasso della civiltà. O cambieremo i nostri stili di vita costruendo un tipo del tutto nuovo di società globale, oppure sarà il mondo a cambiarli per noi.”
Armando Lunetta Banca del tempo