Nina Di Nuzzo e le BdT

Fonte: www.italiachecambia.org di Maria Enza Giannetto

Nel 1997, dall’entusiasmo e la caparbietà di Nina Di Nuzzo, sarta (allora sessantenne) di Alì Terme nasce sulla riviera ionica la prima Banca del Tempo in Sicilia. Una rivoluzione nel nome del mutuo aiuto che innesca un movimento in tutta l’Isola, dove le Banche del Tempo si sono moltiplicate insieme alla cultura di un’economia non basata sul denaro ma sulle relazioni e sui saperi.

Quando quel febbraio del 1997, Nina Di Nuzzo sentì per la prima volta parlare di Banca del Tempo in uno speciale del TG1, fu come rapita. Quel concetto di scambio del tempo, di qualcosa di così poco concreto ma così tanto importante, la colpì particolarmente. Comincia così la storia della Banca del Tempo di Alì Terme, che con quasi 26 anni di attività è la prima tra le banche del tempo in Sicilia e vanta una particolare ruolo nella nascita dell’associazione nazionale BDT.

Ma andiamo con ordire perché la storia della Banca del Tempo di Alì Terme è indissolubilmente intrecciata a quella di Nina Di Nuzzo, la sarta siciliana che oltre a ricoprire il ruolo di presidente della Banca del Tempo del piccolo comune messinese fino a novembre 2022 è anche referente del coordinamento delle Banche del tempo isolane ed è stata, per tanti anni, anche vicepresidente dell’associazione nazionale, il cui atto costitutivo è stato firmato nel 2007 proprio nella sua Alì Terme.

NINA DI NUZZO E LA SCOPERTA DELLE BANCHE DEL TEMPO

Parlare con la signora Nina è come immergersi nelle memorie di Sicilia e farsi inondare dalla forza dirompente di chi crede in qualcosa di grande e sa che l’unione tra le persone tutto può. Con la voce pacata e l’animo fiero di chi ha vissuto una vita di piccole grandi battaglie quotidiane, Nina Di Nuzzo mi racconta la sua esistenza intessuta d’amore per il marito Tommaso e un’esistenza trascorsa tra ago e filo e l’accudimento della famiglia fino alla scoperta, a sessant’anni, del mondo delle Banche del Tempo.

Nina di Nuzzo
Nina Di Nuzzo, referente coordinamento Banche del tempo in Sicilia

Una vita di lavoro e abnegazione che però non hanno spento l’entusiasmo ma l’hanno moltiplicato e rinnovato a ogni nuova scoperta e sfida come quella di prendere la licenza media o di mettersi a scrivere e pubblicare libri. «Quando a dieci anni anni presi la licenza elementare, con mio grande rammarico mio padre non mi fece continuare le scuole medie; la retta era troppo alta e lui pensò che per una bambina sarebbe stato meglio imparare a cucire. Diventai sarta a quindici anni e in fondo il lavoro che ho fatto per oltre cinquant’anni mi ha dato grandi soddisfazioni, ma io amavo tanto leggere e scrivere». Tanto che a sessant’anni da un suo diario è nato anche il suo primo libro Aspri limoni e soavi gelsomini, cui ne sono seguiti tanti altri.

La vera rivoluzione nella vita di Nina Di Nuzzo arriva però nel febbraio 1997, quando si imbatte per caso in quel servizio su Rai1. «Ho cucito per tutta la vita, senza orari quando c’era da consegnare un abito. Non nascondo che avrei voluto del tempo per me. E quando in televisione andò in onda lo speciale TG1 curato da Bruno Mobrici che parlava del progetto Banche del Tempo mi stupii. Esisteva quindi un altro modo di considerare questo bene: il tempo poteva essere un “oggetto” di scambio e mutuo aiuto. Non ci ho pensato due volte e ho scritto alla Rai per chiedere notizie».

LA NASCITA DELLA PRIMA BANCA DEL TEMPO IN SICILIA

«Dopo qualche tempo riuscii a mettermi in contatto con Adele Grisendi della Cgil che aveva l’incarico di curare la diffusione e osservatorio della banche del tempo Tempomat [l’Osservatorio nazionale sulle Banche del Tempo era stato istituito alla fine del 1995]. Lei mi mandò tutto il dossier», sottolinea Nina. Da quel momento, Nina comincia a parlarne di questo suo progetto con il sindaco, la parrocchia, gli amici, ma «solo dopo averne discusso con mio marito, che era una persona di cuore come me e che mi disse solo “l’importante è che non sia troppo impegnativo per te”». In fondo – pensavo – ci si scambiava tutto e per me non era nulla di nuovo per come ci si muove in un piccolo paese come il mio, dove il mutuo aiuto è alla base dei rapporti umani».

Così nel 1997 nasce la Banca del Tempo di Alì Terme-Insieme è meglio di cui Nina è stata presidente fino a novembre 2022, quando passa il testimone all’amica volontaria Laura Fleres. Ma è solo l’inizio. «In giro per la Sicilia, ovunque andassi mi portavo dietro volantini e spiegazioni e man mano l’entusiasmo contagiava gli altri». Da Catania a Palermo, da Termini Imerese a Ragusa passando per Caltanissetta, Enna, Alcamo. Man mano, in questi 25 anni le Banche del Tempo in Sicilia si sono moltiplicate – le iscritte all’associazione nazionale sul sito sono 21 ma, come sottolinea Nina «alcune nascono e muoiono subito» – tanto da far nascere il coordinamento di cui proprio Nina è referente.

«È stata una scoperta continua. Dallo scambio sono nate amicizie profonde e reti di collaborazione. Ci siamo conosciuti tutti e da allora non mi sono mai persa una tavola rotonda o un incontro». L’entusiasmo e l’impegno della sarta di Alì Terme è stato spesso ripagato, oltre che con il valore delle azioni della “sua” banca, da tanti riconoscimenti per la prima banca del tempo siciliana. Da più di vent’anni infatti, ogni anno la festa-convegno di inizio estate è una ricorrenza nazionale che si tiene ad Alì Terme.

«Non solo – sottolinea Nina –, l’Associazione Nazionale delle Banche del Tempo [con la chiusura di Tempomat mancava il punto di raccordo tra le Banche del Tempo sul territori, nda] è nata proprio ad Alì Terme. Abbiamo firmato l’atto costitutivo nel mese di giugno del 2007: otto donne rappresentanti di Banche del Tempo e Coordinamenti di Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Veneto a istituirla».

L’IMPEGNO DELLA BANCA DEL TEMPO DI ALÌ TERME

E così, da quasi 26 anni ormai, Nina Di Nuzzo è il punto di riferimento delle Banche del Tempo, che promuovono il concetto di solidarietà sociale attraverso lo scambio di saperi e abilità, utilizzando il tempo di ciascuno come “merce” di scambio. Veri e propri sistemi creditizi dove i correntisti depositano il loro tempo per utilizzarlo all’interno di un sistema economico alternativo e sostenibile. Anche se, il senso della solidarietà e del mutuo aiuto alla base della Banca del Tempo, in molti casi si è spinto in avanti. Come quando, l’alluvione del 1 ottobre 2009, causò distruzione e morte a Scaletta e Giampieri.

«In quell’occasione – racconta Nina – la Banca Agricola Popolare di Ragusa, scelse la nostra associazione per portare un po’ di sollievo a quelle persone disastrate, donandoci in due tranches la somma di 30.000 euro. Dei quali alla fine abbiamo rendicontato ogni centesimo speso con documenti firmati e relazione finale alla direzione della banca». Altra situazione in cui la Banca del Tempo diventa “Volontariato” è stata la pandemia. «Era un periodo dolorosissimo per me, mio marito era appena morto ma io non ho voluto e potuto tirarmi indietro di fronte alla richiesta del sindaco. Ho coinvolto tutti i volontari e le volontarie che se la sentivano e abbiamo cucito migliaia di mascherine di comunità. Chi l’ha più contato il tempo? Quando c’è una necessità siamo persone sensibili e generose».